sabato 5 maggio 2012

Giro d'Italia 2012 - I pronostici di Parliamo di Ciclismo


Il ciclismo è così. Non capisco perché ma è così. Su di me ha un fascino al quale non riesco a resistere.
È più di un anno che questo blog è fermo. I troppi impegni avevano preso il sopravvento. Ma l’inizio del Giro d’Italia, il fascino e il profumo della corsa Rosa, hanno richiamato la mia voglia di scrivere, anzi, di “parlare” di ciclismo.
E quindi si ricomincia, un’avventura che magari durerà poco, magari il tempo di tre settimane e poi nulla più. O magari molto di più.

Ma basta con le parole, lasciamo spazio alle sensazioni.

GIRO D’ITALIA – L’ANALISI DELLA CORSA

CHI PUÒ VINCERE?

Domanda da un milioni di dollari, soprattutto vista la lista partenti di quest’anno. Un grande, grandissimo favorito non c’è. Mancano i numeri uno (Evans e Contador su tutti) e quelli che ci sono per ora non hanno dimostrato grande condizione.
Favorito d’obbligo è Michele Scarponi (Lampre), campione uscente dopo la squalifica di Contador, che non vede l’ora di mangiare l’asfalto per dimostrare che un Giro se lo merita davvero. Al suo fianco ci saranno “gregari” che definire tali è limitativo, Damiano Cunego e Diego Ulissi. Cunego potrà recitare anche un ruolo di primo piano a livello di classifica generale, con la possibilità concreta di ripetere la doppietta Basso-Nibali di 2 anni fa sul podio. Scarponi può contare su un’ottima condizione, una preparazione improntata al Giro e una squadra solida, oltre a Cunego e Ulissi, con Niemec che l’anno scorso aveva preso il posto di Szmyd come motorino inesauribile.
Favorito numero 2 è sicuramente Ivan Basso (Liquigas). Finora non ha dimostrato eccessiva brillantezza ma al Romandia ha corso nell’ombra, migliorando di giorno in giorno. Basso è un diesel, se arriverà all’ultima settimana ancora in gioco, potrebbe diventare irresistibile. Szmyd, Agnoli, Capecchi e Damiano Caruso saranno i suoi angeli custodi in salita mentre Longo Borghini l’uomo di fiducia.
Dietro i due italiani si aprono scelte e nomi affascinanti: Frank Schleck (RadioShack), John Gadret (AG2R), Roman Kreuziger (Astana), José Rujano (Androni) e Joaquim Rodriguez (Katusha).
Il lussemburghese, in forma, sarebbe favorito al pari di Scarponi, ma la sua forma (e la sua voglia) è un mistero. Inserito all’ultimo, potrà contare su una squadra solidissima in pianura e con Rohregger, Zaugg e Bakelandts in salita. Gadret ha già sopreso l’anno scorso e un Giro come quest’anno può premiarlo ancora. Insieme a Dupont potrebbe anche diventare un’insidia per il podio. Kreuziger è la scommessa più grande di quest’anno, sembra maturato e pronto a far paura per il podio, in più può contare in salita su Tiralongo, Petrov, Seeldrayers e Dyachenko, non poco. Il venezuelano Rujano al Giro si trasforma, può contare in salita su una squadra devastante (Ochoa, Rubiano, Serpa, Sella e Rodriguez) che potrebbe far saltare la corsa. Rodriguez non ha ancora dimostrato di essere un uomo di altissima classifica nei Grandi Giri e gli anni passano, ma come per Gadret potrebbe anche trovare l’ispirazione giusta quest’anno.
Il podio dovrebbe giocarsi tra gli uomini citati sopra. Sotto di loro, il primo è Domenico Pozzovivo (Colnago): ha una squadra al livello dell’Androni in salita (Brambilla e Pirazzi su tutti) e sembra essere molto convinto delle sue possibilità. Deve superare le prime tappe senza farsi male e scoraggiarsi: si può seguire lo stesso discorso di Basso, se arriva all’ultima settimana in gioco, può diventare pericoloso.
Marco Pinotti (BMC), Marzio Bruseghin (Movistar), Sandy Casar (FDJ), Ryder Hesjedal (Garmin), Juan Manuel Garate (Rabobank), Matteo Carrara (Vacansoleil) e Bartosz Huzarski (NetApp) possono giocarsi la Top 10.
Tra i giovani presenti in gara, occhi puntati su Rigoberto Uran e Sergio Henao (Sky), Mikel Nieve (Euskaltel) e il nostro Dario Cataldo (Omega Pharma): i primi 3 avranno la responsabilità di fare classifica per la prima volta e le qualità non mancano, Cataldo invece può puntare al salto di qualità, dimostrandosi un corridore da Grandi Giri e non più solo un cacciatore di tappe.

LE VOLATE

Se per la classifica generale non c’è un vero e proprio favorito assoluto, la stessa cosa non si può dire per gli sprint. Mark Cavendish (Sky), campione del mondo in carica, è il velocista più forte del mondo, ha la squadra più forte, costruita attorno a lui. Unico vero dubbio, la condizione fisica, ma il britannico ha già dimostrato più volte di saper vincere anche senza essere il più in forma.
A contrastare Cavendish ci proveranno in molti. I più accreditati sono Matthew Goss (GreenEDGE) e il duo Rabobank formato da Mark Renshaw e Theo Bos. Tutti e 3 sono usciti bene dal Giro di Turchia e hanno tutti qualcosa da dimostrare. Goss vuole dimostrare di essere all’altezza di Cavendish, Renshaw che non è solo un grandissimo apripista e Bos che può essere il migliore anche su strada.
Sembrano un gradino sotto Sacha Modolo (Colnago), Daniele Bennati (RadioShack), J.J. Haedo (Saxo Bank) e Francesco Chicchi (Omega Pharma). Modolo ha vinto poco quest’anno ma si è preparato bene per il Giro, Bennati ha dichiarato che punterà di più sulle cronometro, chissà che non faccia da apripista per il giovane Giacomo Nizzolo, Haedo insieme al fratello Lucas proverà a piazzare la zampata, mentre Chicchi sembra quello più pericoloso, soprattutto dopo una stagione finora trionfale.
Attenzione a Thor Hushovd (BMC) e Tyler Farrar (Garmin), non più molto vincenti in volata ma dotati di grande classe ed esperienza, a Manuel Belletti (AG2R), Roberto Ferrari (Androni) e Romain Feillu (Vacansoleil).
Menzione a parte per tre giovani: Andrea Guardini (Farnese Vini), Arnaud Demare (FDJ) e Alexander Kristoff (Katusha). Guardini è chiamato a fare il salto di qualità, è al suo primo Giro ma può far bene fin da subito. Demare è il campione Under 23 in carica, è fortissimo, vince anche andando in fuga, può davvero dimostrare di essere l’astro nascente degli sprint. Kristoff è un outsider, non è uno sprinter di prima fascia ma in finale nervosi e difficili può resistere e farsi trovare pronto.

ALL’ATTACCO

Il Giro di quest’anno potrà contare anche su uomini molto adatti alle classiche. Difficile dire chi potrà vincere ma sicuramente i fari di questa “categoria” sono Filippo Pozzato (Farnese Vini) e Alessandro Ballan (BMC), vincenti pochi giorni fa. Insieme a loro inserirei il duo Astana Enrico Gasparotto – Simone Ponzi, Juan Antonio Flecha (Sky), Matteo Tosatto (Saxo Bank), Oscar Gatto (Farnese) e Thomas De Gendt (Vacansoleil).
Meritano un discorso a parte Fabio Felline (Androni), Enrico Battaglin (Colnago), Elia Favilli (Farnese Vini) e Gianni Meersman (Lotto). I quattro hanno caratteristiche abbastanza simili, sono giovani, resistono benissimo in salita e hanno un’ottima volata. Felline e Meersman potrebbero regolare facilmente un gruppetto di una quarantina di atleti, Favilli può anche arrivare con i migliori in tappe più simili alle classiche del Nord, mentre Battaglin ha una sparata “alla Gilbert” che può sfruttare negli ultimi 500 metri, magari in leggera salita.
Altri nomi sparsi sono Matteo Montaguti (AG2R), Mauro Santambrogio (BMC), lo spagnolo Jon Izagirre (Euskaltel), Jens Keukeleire (GreenEDGE), Giovanni Visconti (Movistar) e il duo NetApp Cesare Benedetti – Jan Barta.

CONTRO IL TEMPO

Il prologo iniziale sarà caccia grossa per velocisti specialisti e pistard. Oltre ai già citati Bennati, lo stesso Cavendish, Hushovd e De Gendt, sono tanti i favoriti per le cronometro del Giro e per la prima maglia rosa.
Da molti viene indicato come favorito numero 1 Taylor Phinney (BMC), talento cristallino della BMC, classe ’90, ottimo proprio nei prologhi ma atleta che sembra ancora in crescita. Alle sue spalle da tenere d’occhio Alex Rasmussen (Garmin) e Jack Bobridge (GreenEDGE), pistard che su una cronometro breve possono diventare imbattibili, specialmente il primo che gioca in casa. Non dimentichiamoci di altri specialisti come Geraint Thomas (Sky, forse troppo sottovalutato), Gustav Erik Larsson (Saxo Bank) e dei giovani Michal Kwiatkowski (Omega Pharma) e Jesse Sergent (Radioshack).
L’Italia, oltre a Pinotti e Bennati, schiera Adriano Malori (Lampre), più adatto a vincere la cronometro finale rispetto al prologo, ma sicuramente uomo adatto alle prove contro il tempo di qualsiasi lunghezza.

COSA VEDREMO?

Battaglia, tutti i giorni. Non essendoci favoriti certi, gli attacchi dovrebbero essere all’ordine del giorno, in salita, in pianura, in discesa. Lo spettacolo non mancherà, questo è certo.
Gli uomini copertina, per vari motivi, sono Scarponi, Basso, Cavendish e Frank Schleck. I primi due sembrano i favoriti per la classifica finale, Cavendish l’uomo da battere nelle volate, Schleck l’outsider dell’ultima ora: ricorda un po’ quel Contador arrivato al Giro per caso che si è ritrovato vincitore a Milano. Altra stoffa, lo ammetto, ma le sorprese sono sempre gradite e affascinanti.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornato!!!
Ottima analisi come al solito.

Maurizio